Di questi giorni sono anche altre notizie sempre riguardanti analoghe situazioni, fortunatamente meno tragiche: ad Abbiategrasso una donna musulmana ha rivelato alle operatrici dello Sportello Donna di aver subito minacce di morte da parte dello zio e dei fratelli se non avesse indossato, anche in casa, il “niqab”, velo che lascia scoperti solo gli occhi. La donna ora è al sicuro in una località della Lombardia lontana dai suoi aguzzini; fortunatamente in questo caso si è riusciti ad evitare un altro caso Sanaa.
Il secondo caso riguarda sempre una ragazza marocchina la quale è stata minacciata di morte e picchiata dal padre per avere la “grave” colpa di frequentare un ragazzo italiano: alla faccia dell’integrazione!
Non vogliamo sapere cosa ne pensano le anime buoniste, sempre pronte a invocare i diritti umani, probabilmente troppo impegnate a preparare la manifestazione sulla libertà di stampa. Ci chiediamo invece cosa ne pensano i vari imam che si dicono fautori della libertà delle donne, loro che rispondo sempre che “sì, va tutto bene, noi non vogliamo sottomettere le donne, è la vostra cultura che ci dipinge come padri-padroni”.
Ma soprattutto sarebbe interessante avere un parere in merito da parte della comunità islamica di Mondovì; qual’è la sua posizione? Cosa pensa in merito alle citate vicende? Interrogativi che meriterebbero una risposta
tratto da Cuneocronaca
Nessun commento:
Posta un commento