L’articolo
35 del Decreto Liberalizzazioni del governo Monti, modifica il funzionamento
delle tesorerie, imponendo gli Enti Locali a versare le proprie risorse in una
Tesoreria Unica (come avveniva fino al 1997) riducendo in questo modo la
propria autonomia di gestione delle risorse. In questo modo si perderanno gli
interessi sulla liquidità “strappati” alle banche locali ed altri eventuali
entrate dovute alla buona gestione delle proprie entrate. Inoltre i pagamenti
dei fornitori venivano effettuati tramite i conti locali, garantendo tempi di
pagamento relativamente bassi nelle amministrazioni virtuose (a Mondovì si
effettuano in circa 60 giorni); col ritorno alla Tesoreria Unica i tempi si
dilateranno inevitabilmente in quanto i soldi non saranno più immediatamente
disponibili sul territorio.
Un
passo indietro di 20 anni, un duro schiaffo all’autonomia degli Enti Locali,
peraltro sancita anche dalla Costituzione, una situazione che alla Lega Nord
non sta proprio bene.
Pertanto
chiediamo al Sindaco ed all’Amministrazione di opporsi a questa legge
centralista, come hanno fatto molti comuni, seguendo le indicazioni dell’ANCI,
tramite una delibera di giunta che chiede la sospensione del provvedimento.
I consiglieri leghisti
Diego Boetti e Sara Monetto commentano così: “Un duro schiaffo al federalismo, che pochi mesi fa tutti lodavano ed
ora tutti rinnegano, vedendo il governo tecnico come il salvatore del paese, a
discapito degli Enti Locali, che ogni giorno si vedono sempre più umiliati,
prima con l’IMU, ora con la tesoreria. Ci manca solo che i comuni vengano
soppressi… Questo atto di puro centralismo è stato introdotto nel decreto
liberalizzazioni; ma quali liberalizzazione, gli Enti Locali sono sempre più
schiavi di Roma! Siamo tornati alla Prima Repubblica, e se vogliamo cancellare
il debito pubblico come possiamo reintrodurre le norme del periodo che questo
debito lo ha creato? Inoltre chi non ci dice che i soldi dei comuni che vengono
gettati nel calderone romano, non servano a ripianare i debiti delle solite
amministrazioni sgangherate del sud? D’altronde il presidente della Campania,
Caldoro aveva avuto il coraggio di chiedere che i soldi dei comuni del Nord,
bloccati dal patto di stabilità, venissero “prestati” ai comuni del sud per
effettuare nuovi investimenti e i pagamenti dei loro fornitori; non vorremo che
i soldi dei nostri comuni venissero usati proprio per coprire l’incapacità degli
amministratori di queste città o magari per smaltire i rifiuti di Napoli!
Ci auguriamo che questo decreto possa ancora
cambiare, ma dubitiamo che i parlamentari che appoggiano il governo abbiano il
coraggio di staccare la spina a questo esecutivo centralista ed
anti-federalista”.
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