“Sono iniziati da poco i festeggiamenti per l’unità d’Italia e si rivedono i tricolori appesi lungo le città, sui balconi, tirati fuori dal cassetto dopo che erano stati riposti all’indomani dell’avventura mondiale dell’Italia calcistica. L’avvio dei festeggiamenti è stato dato dal presidente Napolitano che, durante i suoi discorsi, non ha lesinato elogi alla bandiera italiana. Viene da chiedersi come mai però, durante la sua militanza all’interno del partito comunista, l’allora giovane Napolitano non abbia avuto la stessa febbrile attenzione verso il tricolore; infatti, a quel tempo, era in voga, per quelli del suo partito, portare in piazza e mostrare sui balconi la bandiera rossa. Inoltre come mai solo oggi il presidente si affanna per ridare splendore all’inno di Mameli, quando un tempo i “compagni” lo soppiantavano costantemente con “Bella Ciao”? Inutile tentare di negare il fatto che, negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, il patriottismo con i suoi simboli, fosse stato relegato in un angolo, scalzato dal tentativo di imporre i simboli del comunismo: falce e martello e bandiera rossa. Napolitano ora cerca di diventare il paladino dell’unità, il difensore del tricolore e dell’inno di Mameli, ma purtroppo il passato non si può cancellare e sicuramente in cuor suo continuerà a cantare “bandiera rossa la trionferà””.
Igor Mana, Sezione Lega Nord Mondovì
da:Cuneocronaca
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